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Giovanni Battista Pergolesi - Venerabilis Barba Cappuccinorum

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"Scherzo del Pergolesi ai Cappuccini di Pozzuoli ove poi egli mori' nel convento de' Francescani nel 1736", come recita la copia che se ne conserva presso il conservatorio di S.Pietro a Maiella.
Il brano si trova anche - e meglio conservato - nella raccolta dell'Accademia degli Spensierati di Firenze presso la BNF.
Scherzi musicali, a due o più voci, con variazioni sul medesimo testo circolavano ormai da decenni, quando anche il Pergolesi ci si applicò, forse in modo un po' più sboccato del Carissimi, che aveva scherzato prima di lui, o di Mozart, che lo avrebbe fatto qualche decennio più tardi. 
Il gioco di parole sulla barba INCULta dei frati cappuccini (ma pur sempre venerabile, non sia mai...) è particolarmente evidente nella ripetizione "T'incul... T'incul... T'incul..." verso metà brano. 
E bisogna dire che mentre sui frati domenicani c'era poco da scherzare, sui francescani per secoli si è scherzato, un po' come le barzellette sui carabinieri dei giorni nostri...

A funny "scherzo" by Pergolesi dedicated to the friars who hosted him in Pozzuoli (in whose convent he died aged only 26). 
The primary text "venerabilis barba cappuccinorum" (the most honourable beard of the Cappuccini Friars) was around since Carissimi's times and would have been used later by Mozart as well.
Pergolesi adds a few words with foul language...

Transcription by Guido Menestrina from the manuscripts at S.Pietro a Maiella  and Bibliothéque Nationale de France

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Howard Goodall - Ecce homo for piano and SATB choir

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Transcription from the famous Mr Bean's soundtrack by Guido Menestrina

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Canto di Lanzi maestri di fare fraccurradi e bagatelle (XVI secolo)

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Un canto carnascialesco fiorentino del XVI secolo; il testo è di Guglielmo il Giuggiolo, la musica di ignoto, forse di Alessandro Coppini, che del Giuggiolo aveva musicato altri testi. 
I canti carnascialeschi erano particolarmente apprezzati da Lorenzo il Magnifico, che spesso li commissionava o ne scriveva i testi lui stesso.
Questo è particolarmente sboccato, e, come altri del Giuggiolo, parla dei Lanzi (i Lanzichenecchi, truppe mercenarie di origine tedesca chiamate ora da un duca, ora da un marchese, ora da un papa in giro per l'Italia che spesso come regola d'ingaggio avevano di fare i popri comodi...).
In realtà è scritto come se fosse cantato dagli stessi Lanzi, quindi in un linguaggio fiorentino-germanico in cui le "h" aspirate - che accomunano i due popoli - si mescolano alla trasformazione delle "v" in "f" ed altre maccheronizzazioni classiche per lo stereoptipo del turista tedesco. 
Il canto narra di quanto eran bravi e veloci i Lanzi a ballare (far fraccurrade) a giocare con la palla e la bacchetta (tanto che gli spettatori non riuscivano a vedere dove andava la palla) e naturalmente... a trattare con le donne. 
Emblematica l'ultima strofa, che indica come il Mercato Vecchio (demolito per Firenze capitale nell'800) fosse sede non tanto dell'arte della Lana, del Cambio, dei Vaiai o degli Speziali... quanto di un'arte ben più antica, per la quale le donne eran "destre di mane e di bocche"... 
I doppi sensi nel canto si sprecano, a partire dal ritornello "Benché queste fuori e drente star al guoche poi più belle".

A Canto carnascialesco (song for carnival) by an unknown composer (maybe Alessandro Coppini?), the text of which is by Guglielmo detto il Giuggiola. 
In the 16th century Lorenzo de' Medici particularly liked this kind of compositions, and often patroned them, when he didn't write the texts himself.
In this case the song is about "Lanzi", the Florentine shortening for "Lanzichenecchi" or originally "Landsknecht", the German hireling troops who were called by dukes, marquises, popes... for their wars throughout Italy. A song about them and supposedly sung by them: the language is an old Italian as spoken by a German tourist... 
The translation is not easy even in modern Italian, anyway... it goes about how good Lanzi were at dancing, playing games and dealing with women... One stanza glorifies the women's cleverness with their mouths and hands (ehm... but it can be understood as beware of pickpockets...), the last one tells about the "art of prostitution" in the area of the Old Florentine Market (which was "cleared" around 1880; next to it the church of Orsanmichele is still surrounded by statues dedicated to the "arts", the guilds of the time...).
"Là folerte mostrar Lanze quante afer buon fondamente...": There will the Lanzi show how sturdy they are...

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Amor vuole ch'io ti serva et ama (XVI secolo)

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Canto a 4 voci di compositore ignoto del XVI secolo.

Qui il testo: 

Amor vuole ch'io ti serva et ama
Che sei la mia prona e mia signora.

Vuol Amor ch'io ti disi e ch'io ti brama
E mora di veder la tua figura.

Amor vuole che al mondo per fama
si dica sia suggetto alli tuo mora.

Contento io son de viver in sta trama
et doppo morte amarti e infin ch(e) chiama.

A 16th century 4 voices song by an unknown composer. 
Translation of the text runs approximately like that: 

Love wants me to serve you and love you
because you're the one for me, and you're my mistress.

Love wants me to desire you and crave for you
and wants me to die for your image

Love wants the world to know
that I'm a servant for your desires.

I'm glad to live in this intrigue
and love you as long as you call for me, and even after my death.

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Michele Varotto (1550-1599) - Dialogo a 10 de diversi soggetti

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Un brano a doppio coro, per 10 voci complessive, suddivise in CATTB/CATTB, ma con ingresso delle voci a partire sempre da quelle più gravi; il compositore numera le voci a seconda dell'ingresso e così - per quanto insolito - le abbiamo mantenute in questa trascrizione, invertendo quindi la classica disposizione in partitura tra voci acute e gravi.
Michele Varotto era canonico della cattedrale di Novara, nonché maestro di musica di Giovan Battista Porzio, che curò l'edizione di una raccolta di madrigali e canzoni a 5 voci di Giuseppe Caìmo e Michele Varotto nel 1586.
Più che l'intreccio musicale tra le voci è interessante il testo, che precorre esperimenti di "maschere" di Orazio Vecchi, Giovanni Croce e Adriano Banchieri: ciascuno nel proprio idioma, lingua o dialetto, 10 personaggi dialogano: uno Spagnolo, un Napoletano, un Bolognese, un Milanese, uno zingaretto, un Veneziano, un Bergamasco, un Siciliano, un Genovese e un Francese. 
Pare una nuova Babele, con uno che chiede all'altro di intercedere per lui presso una donzella, vuoi per la spagnola Isabella o per la siciliana Franceschedda, vuoi per la milanese Catharina... Nello sfondo lo zingaretto pare ripassare una nenia ("Zingarin del babo, zingarin della mama") e una ramanzina ("Se ruberai, sarai impiccato!") e il francese pur dalla sua "bone maizon", parla un po' a vanvera delle tre ragazze e dello "chaperon" (la vecchia che usava accompagnare le giovani  non sposate in società per vigilare sulla loro condotta).
Ma l'importante... in qualunque lingua, è cantare, tutti insieme!

Trascrizione dall'edizione presso la Biblioteca Estense a cura di Guido Menestrina. 

A funny madrigal in 10 voices (two choirs) which represents the multiple dialogue among 10 people from different places: France, Spain, Milan, Genua, Bologna, Venice, Bergamo, Sicily, Naples, even a gypsy boy singing for himself the reminder of somebody to him ("If you go on stealing, you'll get hanged!") Most of other dialogues go around asking the favour to interced by a young woman wih whom the singer is in love, be that the Spanish Isabella, the Milanese Catharina or the Sicilian Franceschedda...
Michele Varotto was maestro di cappella in Novara's cathedral, and with this composition comes in a way some years before Croce's, Vecchi's and Banchieri's theatrical "maschere".

Transcription by Guido Menestrina

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Mario Ferradini (1863-1907) - A me le pere!

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​Stornello toscano del maestro di banda Mario Ferradini, dal ms. 01797 per gentile concessione dell'Archivio Musicale della Santissima Annunziata di Firenze.
Trascrizione a cura di Guido Menestrina.
Ecco il testo del simpatico stornello: 

Insomma... Quando tu lo dici a babbo 
che mi vuoi bene e che mi vuoi per moglie...? 
Ohé? Non son donna da pigliarsi a gabbo 
e con inganno, sai, non mi si coglie! 
O tu lo dici a babbo e amici cari... 
ah... ah... O quella è la porta... e tutti pari! 
Sai, non si scaldan seggiole a Firenze, 
quaggiù all'amore non si fa per chiasso; 
e se, carino, tu hai certe tendenze, 
vattene pure che... ti mando a spasso! 
Ma infin che ho gli occhi buoni per vedere... 
ah...! ah...! a me, capisci, non si dan le pere...!

A funny late 1800 stornello by Mario Ferradini, from ms. 01797 at Santissima Annunziata Musical Archives.
Transcription by Guido Menestrina. 

The texts goes approximately like that: 
Oh, come on, when are you going to tell my dad that you love me and want to marry me?
I'm not one who likes to be fooled around. Go and tell him and all our friends... or that's the door: goodbye!

In Florence we don't like to waste time "faking love": if that's what you're up to... my dear, go walk away from me!
You know, I have good eyes: you're not going to swindle me!

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Giovanni Maria Casini - Pensiero per organo n. 3 prima parte (1714)

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Giovanni Maria Casini (1652-1719) fu un letterato, sacerdote e musicista fiorentino, allievo d'organo del Sapiti e del Nigetti, quindi in un certo senso nella linea di successione di Marco da Gagliano. Pare che fosse anche tra i pochi a saper suonare l'onnicordo, lo strano cembalo a 5 tastiere costruito dal Nigetti che distingueva i tasti dei bemolle dai diesis per suonare "correttamente" gli antichi generi musicali. Nei primi due decenni del '700 fu contemporaneamente primo organista in cattedrale e organista e maestro di cappella presso la corte medicea. Furono anche gli anni in cui conobbe personalmente e strinse una forte amicizia con Alessandro Scarlatti, delle cui musiche diresse alcuni concerti in SS.Annunziata e  S.Lorenzo.

First part from an organ score by G.M.Casini, who was first organist in Florence's cathedral and at Medici's court, after Sapiti and Nigetti. He was one of the few to be able to play Nigetti's "omnicord" a five keyboards instrument which kept separated flats and sharps to play "correctly" in the "old music style".

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Orazio Caccini - Un tempo piansi (1585)

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​Breve madrigale a 5 voci di Orazio Caccini, fratello maggiore di Giulio detto il Romano e zio di Francesca detta la Cecchina... tutti musicisti tra Pisa (erano originari di Montopoli), Roma (il padre di Orazio si trasferì a Tivoli per lavoro con tutta la famiglia) e Firenze. A Firenze tornò e collaborò con la Camerata de' Bardi Giulio, mentre il fratello Giovanni Battista scolpiva, allievo del Dosio e del Giambologna, molte belle opere tra cui alcune statue per il Ponte di Santa Trinita. La figlia di Giulio, Francesca, calcava le scene dei teatri cittadini e componeva ella stessa. 
Orazio rimase a Roma, e con un bel posto come maestro di cappella in S.Maria Maggiore - ruolo ricoperto pochi anni prima dal Palestrina e dal Nanino... -  l'avrei fatto anch'io.
Questo breve madrigale, come la maggiorparte delle sue opere è stato composto nei suoi ultimi anni, quando, lasciato l'incarico in S.Maria Maggiore, viaggiò nel Nord Italia.
Il primo brano della raccolta da cui questo madrigale è tratto ("Bianca e vermiglia rosa") è dedicato alla serenissima granduchessa di Toscana, mentre questo madrigale porta la dedica a "Don Marco Tullio Angelio", prete compositore di Arpino, allievo del Carissimi.

A short madrigal by Orazio Caccini, from the Caccini family which gave many musicians, composers and artists to the cities of Rome and Florence. His younger brothers were the well known Giulio and Giovanni Battista, his niece Francesca  was a singer and actress in the main theatres in Florence; Orazio was maestro di cappella in S.Maria Maggiore in Rome, which was a very important role.
He composed and published this and other madrigals in the late time of his life, when he stopped serving in Rome and travelled in the North of Italy.

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Luis Humberto Salgado Torres (1903-1977) - Evocacion pastoril para coro y piano

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​Luis Humberto Salgado Torres è stato un compositore di musica classica del '900. Ecuadoriano, ha infuso nelle sue composizioni (di cui poche giunte fino a noi) l'atmosfera del suo Paese, come in questa "Evocazione pastorale" per coro e piano, che richiama i balli tradizionali o "primitivi" come il Sanjuanito e il Danzante.
Ecco il testo originale, che si rifa anche al yaravi, un genere musicale che mescolava origine inca e trovadorica ispanica: 
Quejas amargas de sin sabores, en el lenguaje de yaravies brotan dolientes de rondadores en confidencia febril. 
En las fiestas de nuestros nativos con deleite se bailan los aires del Danzante y San Juan primitivos al son de flautas y tamboril Desbordante alegria despiertan, despiertan, cual rayo de sol de abril, danzas y ritmos de evocacion pastoril.

A sad dancing song for choir and piano by Ecuadorian composer Luis Humberto Salgado Torres, who lets us feel the spirit of the old ecuadorian dances like Danzante and Sanjuanito and the music of yaravi (a mixture of inca and spanish genres) 

Transcription by Guido Menestrina

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Sapiti & Baglioni - Non dice amor da scherzo... (1646)

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https://youtu.be/MZIe4oU2-Ds

Non dice amor da scherzo...
Terzetto dal 
Celio 
di Niccolò Sapiti e Baccio Baglioni, su testo di 
Giacinto Andrea Cicognini (1646)

Trascrizione a cura di 
Guido Menestrina

Niccolò Sapiti, allievo dei fratelli Marco e Giovan Battista da Gagliano, era priore e maestro di cappella di S.Apollinare (chiesa sull'omonima piazza, che condivideva con la chiesa di S.Fiorenzo; la prima fu distrutta nel '600, la seconda a quel punto diede il nome alla piazza che ancor oggi si chiama di San Firenze), del duomo e di Sua Altezza Serenissima il granduca di Toscana.
Baglioni (?-1649) era invece maestro di cappella in duomo a Livorno
Cicognini (1606-1650) fu una delle figure più importanti del dramma per musica del XVII secolo, nel quale egli fuse elementi sia di stampo tragico che comico e ricevendo talvolta alcune influenze dalla letteratura spagnola dell'epoca (Pedro Calderón de la Barca, Tirso de Molina).
La trama del Celio - molto riassunta, la storia di un uomo che si barcamena tra due donne -  ben denuncia l'influenza a Firenze del teatro spagnolo di Lope de Vega  in quegli anni. Qui se ne propone un piccolo estratto, con il trio (soprano, alto e basso) rappresentato dai personaggi Vendetta, Rebellione e Furore, che invitano a seguire la storia... perché ci sarà da divertirsi!

A score for 3 voices (SAB) by Sapiti and Baglioni, who were around thehalf of the 17th century chapel masters in Florence and Livorno. The libretto is by Cicognini, a well known dramaturgist in his time. 
The three characters invite to follow the story (how "Love" will chase a heart) because...it's worth it!

Transcription by Guido Menestrina

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