Mottetto a 8 voci del compositore friulano attivo verso la metà del 1800. Tomadini, apprezzato da Liszt, col quale è stato per anni in contatto epistolare, è stato addirittura definito da alcuni "il Palestrina del XIX secolo" per il suo impegno e la sua competenza nella riforma della musica sacra.
Trascrizione a cura di Guido Menestrina.
 

Il celebre brano di Ennio Morricone "Gabriel's oboe", arrangiato per coro SATB da Paulo Rowlands.

Trascrizione a cura di Guido Menestrina

Music by L.Mason & S.F.Adams, arrangement for SSATTB by J.Stevens; rearranged for Flute/Solo and SATB choir with traditional Italian text by Guido Menestrina

Sanctus et Benedictus dalla Messa per 2 cori e due organi di Charles-Marie Widor (1844-1937), organista per ben 64 anni del maestoso organo della basilica di Saint Sulpice, successore di César Franck alla cattedra di organo del conservatorio di Parigi e maestro di altri grandi nomi della scuola organistica francese tra '800 e '900: Charles Tournemire e Marcel Dupré per nominarne un paio. 

Eugenio de Ligniville (1730-1788) fu "Ciamberlano e Direttore della Musica della Real Corte di Toscana" a Firenze presso Pietro Leopoldo d'Asburgo per quasi trent'anni, dal 1759 al 1787, incarico parallelo, ma di maggior prestigio, rispetto a quello di "maestro di cappella" per diversi anni ricoperto dal conterraneo Charles Antoine Campion.Il suo Stabat Mater, bell'esempio di studio di tecnica contrappuntistica, lo mise all'epoca in ottima luce con l'Accademia Filarmonica di Bologna, diretta da padre Giovanni Battista Martini ed ebbe una discreta diffusione tra i musicisti contemporanei, tanto da impressionare il giovane Mozart (in visita a Firenze per qualche giorno nel 1770) che ne avrebbe riutilizzato diversi estratti nel suo Kyrie KV 89. Qui si ripropongono in trascrizione i 30 canoni (20 strofe oltre all'Amen, in varie formazioni, sempre a tre voci, dai 3 soprani ai tre contralti, due soprani e un contralto, contralto, tenore e basso, ecc...) che compongono lo Stabat Mater: alcune strofe sono ripetute con variazioni strutturali sul tema del canone, dal canone infinito al canone retrogrado, da quello per moto contrario a quello all'unisono.

Trascrizione e breve introduzione a cura di Guido Menestrina. Notazione moderna con incipit originali.

Eugenio de Ligniville (1730-1788) fu "Ciamberlano e Direttore della Musica della Real Corte di Toscana" a Firenze presso Pietro Leopoldo d'Asburgo per quasi trent'anni, dal 1759 al 1787, incarico parallelo, ma di maggior prestigio, rispetto a quello di "maestro di cappella" per diversi anni ricoperto dal conterraneo Charles Antoine Campion.Il suo Stabat Mater, bell'esempio di studio di tecnica contrappuntistica, lo mise all'epoca in ottima luce con l'Accademia Filarmonica di Bologna, diretta da padre Giovanni Battista Martini ed ebbe una discreta diffusione tra i musicisti contemporanei, tanto da impressionare il giovane Mozart (in visita a Firenze per qualche giorno nel 1770) che ne avrebbe riutilizzato diversi estratti nel suo Kyrie KV 89. Qui si ripropongono in trascrizione i 30 canoni (20 strofe oltre all'Amen, in varie formazioni, sempre a tre voci, dai 3 soprani ai tre contralti, due soprani e un contralto, contralto, tenore e basso, ecc...) che compongono lo Stabat Mater: alcune strofe sono ripetute con variazioni strutturali sul tema del canone, dal canone infinito al canone retrogrado, da quello per moto contrario a quello all'unisono.

Trascrizione e breve introduzione a cura di Guido Menestrina. Notazione moderna con incipit originali.

EDIZIONE CARTACEA: 10 COPIE (direttore + 9 coristi) RILEGATE A SPIRALE CON COPERTINA IN PLASTICA TRASPARENTEPER SEMPLIFICARNE L'USO IN PROVA ED ESIBIZIONE. 44 pagine complessive - Costi di spedizione inclusi

Responsorio del venerdì santo, di Charles-Antoine Campion (o Carlo Antonio Campioni, 1720-1788), maestro di cappella prima a Livorno per 10 anni, poi a Firenze per i suoi ultimi 25 anni di vita.
Trascrizione a cura di Guido Menestrina

​Mottetto di Mikołaj Zieleński, compositore polacco barocco attivo, probabilmente presso la cattedrale di Gniezno, intorno al 1611; del compositore non si sa molto di più, se non che nella sua musica s'incontrano influenze "occidentali" (la polifonia fiamminga) e "meridionali" (la scuola veneta e la scuola romana). 
Questo mottetto è dedicato alla Festa dei Santi Innocenti (28 dicembre).
Trascrizione a cura di Guido Menestrina

Paolo Benedetto Bellinzani (1682 – February 26, 1757) was an Italian composer of first half of the eighteenth century. Among his works are holy masses, offertories, duets, madrigals, litanies, motets and magnificat. His first known composition is a Requiem aeternam written in 1700 for two violins, Soprano, Alto, Tenor, Bass, Organ. He was active in the Italian regions of Friuli, Veneto, Emilia, Marche and Umbria.
In this case he shows the same groups of instruments (V1-V2-SATB-Org), you can listen to a version of it on youtube, where I preferred to render the transcription experimentally substituting organ with harpsicord and the two violins with the slowak fujara and the turkish duduk; notably, the latter one, although a wind instrument, has in long notes a sound very similar to the one of the violin.

The score includes full score (9 pages), parts for instruments only (5 pages), parts for choir only (5 pages)