Sequenza probabilmente composta da Guillaume Dufay per la consacrazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze nel 1436. 
Erano anni molto importanti per Firenze: la consacrazione della cattedrale, la cui costruzione era iniziata 140 anni prima, preludeva allo spostamento del Concilio di Basilea (poi di Ferrara) a Firenze (per poi terminare a Roma).
La sequenza attribuibile a Dufay, come anche il suo mottetto Nuper rosarum flores, sempre scritto per quest'occasione, fa riferimento alla maestosità della costruzione, sempre indicata come "tempio" (mai come cattedrale, basilica o chiesa), come voleva la tradizione basata sulla storia del tempio di Salomone e sul forte legame Maria - tempio dei cristiani.
Da notare nel testo i riferimenti alla rosa (non al giglio, che solo più tardi sarebbe assunto a simbolo fiorentino): una rosa dorata fu donata per l'occasione da papa Eugenio IV a Firenze, segno di apprezzamento della "cristianità" della città; anche l'omaggio all'arcangelo Gabriele si può riferire, nel testo della sequenza, allo stesso papa Eugenio V (nato Gabriele Condulmer).
L'originale, a differenza di molte altre sequenze quattrocentesche, si trova in un unico esemplare, oggi presso la Biblioteca Medicea Laurenziana, che raccoglie immagini e canti per questo specifico evento. 

A 15th century sequence, probably composed by Guillaume Dufay in 1436 for the dedication of the finally finished Florence cathedral. 
The Virgin Mary is pointed to as "temple" for the Christians; Dufay certainly wrote for the same purpose the motet Nuper rosarum flores, believed to be full of mathematical proportions based on the same ones on whiche the cathedral itself had been built. 
Only 1 original copy of this sequence survives, today at Biblioteca Medicea Laurenziana in Florence. 

Transcription by Guido Menestrina